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Tazio ci interroga sul senso della vita, suggerisce una irriducibile molteplicità di prospettive e ne esclama una non ancora contemplata, dubita, spoglia la sua anima e la riveste, fugge e immediatamente ci chiama. Variazioni alla ricerca di un tema che si sa celato in esse? Un ciclo conchiuso di tutte le possibili permutazioni? No, è lui stesso a mischiare astutamente le carte servendosi di luoghi, forme, odori, stoffe, umori esalati dalle cose più comuni o da creature senza nome.